martedì 30 aprile 2013

Fari allo xeno







La tecnologia Xeno è stata introdotto sul mercato nel 1991 da parte dell'Automotive Lighting e si è poi diffusa trasversalmente negli anni, tanto che oggi è disponibile anche su vetture di fascia medio-bassa.

Che cos'è?


I fari allo xeno sfruttano un particolare tipo di lampada, detta "a scarica di gas". Essa, riempita internamente di gas (lo Xenon appunto) e priva di filamento, è dotata di due elettrodi tra cui viene innescato un arco elettrico, responsabile della ionizzazione del gas. Si tratta di un processo nel quale il gas perde la sua caratteristica di essere un isolante e diviene un buon conduttore di corrente elettrica. L'effetto della ionizzazione del gas è l'emissione di radiazioni elettromagnetiche nel range del visibile o, in altre parole, di luce.




Un apposito dispositivo, detto "ballast", trasforma la corrente continua fornita dal veicolo in corrente alternata, ai valori di tensione necessari alla lampada per il suo funzionamento (si raggiungono picchi di oltre 30 kV in fase di accensione ed appena 18V a regime, quando il gas si comporta come un conduttore).

L'impianto

I proiettori devono essere obbligatoriamente provvisti di un sistema lavafari e di regolazione automatica dell'assetto. Il primo assicura la pulizia delle lenti e dunque l'uniformità della distribuzione della luce, mentre il secondo regola i proiettori in base alle diverse situazioni di carico, evitando così eventuali fenomeni di abbagliamento nei confronti di chi viaggia in senso opposto.




Evoluzioni

Fari bixeno

I fari bixeno rappresentano un'evoluzione dei fari allo xeno e consentono, al singolo proiettore, di generare sia il fascio anabbagliante che quello abbagliante. Il passaggio da queste due modalità di funzionamento avviene per mezzo di un diaframma mobile schermato, in grado di aprirsi o chiudersi in modo da generare rispettivamente il fascio abbagliante o anabbagliante.

Fari adattivi

I fari adattivi prevedono che le caratteristiche del fascio vengano adattate automaticamente e dinamicamente in base alle condizioni momentanee. 
Nella configurazione più semplice prevedono la sola rotazione del fascio luminoso in funzione dell'angolo dello sterzo e della velocità del veicolo. I sistemi più complessi si arricchiscono di un' ulteriore funzionalità, ossia la possibilità di modificare, oltre all'orientazione,  anche la distribuzione del fascio stesso. Quest'ultimo può venire regolato a seconda del tipo di strada, in base ad una serie di programmi preimpostati (città, autostrada, traffico, campagna).




Temperatura

La temperatura di colore è quella grandezza, misurata in Kelvin, che esprime la tonalità della luce.
I fari xeno non hanno tutti la stessa temperatura, ma possono presentare diverse gradazioni, dalle più calde alle più fredde.
Normalmente i fari xeno montati in fabbrica presentano una temperatura di 4300K che corrispondono alla luce lunare. Salendo nella scala di temperatura troviamo la luce diurna (5000K-6000K), il bianco azzurrato (8000K), il blu (10000K) ed il blu violaceo (12000K).



Vantaggi

Rispetto ai proiettori alogeni convenzionali, il sistema Xeno è in grado di fornire più luce e meglio distribuita. 
Inoltre la luce emessa è simile a quella che vediamo durante il giorno e si adatta, dunque, alla naturale condizione dell’occhio umano. Ciò fa si che la guida risulti più sicura e rilassante nelle ore notturne. 
Infine le lampade allo Xeno si caratterizzano, rispetto ai proiettori alogeni, per il ridotto consumo energetico e per l'elevata vita utile.




Svantaggi

I fari xeno determinano una maggiore complicazione impiantistica, a causa dell'introduzione dei componenti necessari al loro funzionamento, ciascuno dei quali sarà poi caratterizzato da una certa probabilità di guasto. Inoltre, il sistema si caratterizza per costi consistenti, sia come optional (mediamente intorno ai 1000-1500€ a seconda della complessità) che in caso di sostituzione (se un proiettore si guasta non può venire riparato). 



venerdì 26 aprile 2013

Banco prova a rulli



Banco prova dinamometrico vs Banco prova a rulli

Oltre al banco prova dinamometrico, ne esiste una seconda tipologia: il banco prova a rulli. Se lo scopo, vale a dire la rilevazione dei parametri prestazionali del motore a combustione interna (come la coppia e la potenza erogate) rimane il medesimo, a cambiare, tra le due tipologie di banco prova, è la modalità con la quale tali parametri vengono misurati. Nel primo caso occorre infatti smontare il motore dal veicolo ed installarlo sul banco prova, nel secondo invece non è richiesta tale operazione preliminare. Appare dunque chiaro come il grande vantaggio di un banco prova a rulli sia proprio la maggiore facilità di esecuzione del test. C'è però un rovescio della medaglia: le performance del motore vengono misurate direttamente alla "ruota", pertanto saranno al netto delle dissipazioni di energia che hanno luogo nella catena cinematica a valle del propulsore. Occorrerà dunque stimare tali dissipazioni per risalire alle performance sviluppate effettivamente dal motore.

Banco prova dinamometrico



Banco prova a rulli



Come funziona

Il banco prova a rulli è costituito da uno o più rulli, che vengono posti in rotazione dalla ruota motrice del veicolo sottoposto al test e da un modulo elettronico, deputato all'elaborazione ed alla raccolta dei dati. La valutazione di quest'ultimi avviene tramite l'impiego di una cella di carico e di un encoder, i quali restituiscono rispettivamente le misure della coppia resistente e della velocità angolare del sistema.





Vi sono due diverse modalità di funzionamento del banco prova a rulli: inerziale e frenata

La prova al banco effettuata in modalità inerziale è molto rapida, ma allo stesso tempo poco precisa. Essa consiste nell’utilizzo della massa del rullo e quindi della sua inerzia, come strumento di misura della potenza e della coppia motrice del motore in analisi.

La modalità frenata sfrutta invece l’azione di un freno dinamico a correnti parassite per ottenere una misurazione precisa di coppia e potenza erogate. La prova può essere eseguita in più step in base al numero di giri del motore, oppure effettuata una volta noto il “tempo di rampa” (che permette al veicolo di raggiungere la sua massima capacità motrice).


Influenza delle condizioni ambientali sulle performance del motore

Le prestazioni di un motore endotermico sono influenzate, anche significativamente, dalle condizioni ambientali. Ci si può banalmente rendere conto di questo fenomeno, osservando il comportamento del proprio motore al variare delle stagioni.
Se si vuole dunque eseguire delle misure in accordo con la normativa, è necessario rilevare nella prova anche le grandezze fisiche ambientali, al fine di potere correggere i valori ottenuti in funzione di quest'ultimi in modo da ricondursi a delle condizioni di riferimento.


Output grafico restituito da un banco prova a rulli





giovedì 25 aprile 2013

Banco prova dinamometrico

Che cos'è?

Il banco prova è uno strumento di misura, progettato con lo scopo di consentire il rilievo dei parametri prestazionali di un motore a combustione interna, come la potenza e la coppia motrice sviluppate ed i consumi di combustibile. 

Come funziona?


Un banco prova dinamometrico è essenzialmente costituito da un dispositivo, detto "freno dinamometrico", in grado di applicare una coppia resistente all'asse del motore in prova. Viene così simulato il comportamento dell'effettivo utilizzatore, ossia le ruote del veicolo. Schematicamente il freno dinamometrico è composto da un rotore collegato all'albero di uscita del motore ed accoppiato ad uno statore, tramite forze di natura elettromagnetica od idraulica.








Il motore sottoposto alla prova trascina il rotore del freno, che a sua volta tende a porre in rotazione lo statore. Viene dunque determinata la coppia che deve essere applicata allo statore per impedirne la rotazione, la quale risulta uguale ed opposta a quella sviluppata dal motore.
A questo punto risulta possibile determinare anche la potenza erogata dal motore, dal momento che tali due grandezze risultato legate dalla relazione:

Potenza = Coppia x Velocità Angolare

L'output finale (in realtà non è l'unico) di questo test è dunque un diagramma, che mostra l'andamento della coppia e della potenza, in funzione della velocità angolare del motore






martedì 23 aprile 2013

Test pneumatici estivi 2013 TCS

Il TCS, Touring Club Svizzero, testa annualmente diversi modelli di pneumatici estivi. In particolare quest'anno il TCS ha esaminato in totale 38 tipi di gomme estive: 19 nella misura 185/60 R15 (utilizzata per le vetture di piccola taglia) e 19 nella misura 225/45 R17 (diffusa invece tra le vetture di classe media).




Nelle prove pratiche il comportamento dello pneumatico viene testato sia su fondo asciutto che bagnato e viene valutato il comfort, la rumorosità, la resistenza all'usura ed il consumo di carburante. Vediamo dunque, di seguito, le due classifiche finali, separatamente per ciascuna misura.

185/60 R15

Hanno ottenuto la valutazione “molto consigliati”:
1) Michelin Energy Saver + (70%)
2) Continental Conti Premium-Contact 5 (68%)
3) Dunlop Sport Blu Response (68%)
4) Goodyear Efficient Grip Performance (68%)
5) Vredestein Sportrac 5 (66%)
6) Bridgestone Turanza T001 (64%)
7) Nokian Line (64%)
8) Fulda EcoControl HP (60%)
9) Semperit Comfort- Life 2 (60%)

Hanno ottenuto la valutazione "consigliati":
10) Pirelli Cinturato P1 (58%)
11) Barum Brillantis 2 (52%)
12) Hankook Kinergy Eco K425 (50%)
13) Firestone Firehawk TZ300a (44%)

Sono "consigliati" ma con "riserva":
14) Nexen N Blue HD (34%)
15) GT Radial Champiro 228 (32%)

Sono "non consigliati":
16) Kleber Dynaxer HP 3 (12%)
17) Marangoni Verso (0%)
18) Rotalla Radial F108 (0%)
19) Sailun Atrezzo SH402 (0%)


Risultati completi

225/45 R17

Hanno ottenuto la valutazione “molto consigliati” :
1) Continental ContiSport-Contact 5 (68%)
2) Goodyear Eagle F1 Asymetric 2 (68%)
3) Dunlop Sport Maxx RT (66%)
4) Michelin Pilot Sport 3 (66%)
5) Vredestein Ultrac Vorti (66%)
6) Hankook Ventus S1 Evo 2 K117 (64%)
7) Semperit Speed-Lif (64%)

Hanno ottenuto la valuazione "consigliati":
8) Apollo Aspire 4G (56%)
9) Bridgestone Potenza S001 (56%)
10) Kumho ECSTA LE Sport KU39 (56%)
11) Pirelli Cinturato P7 (56%)
12) Yokohama C.drive 2 (56%)
13) Falken AZENIS FK453 (54%)
14) Uniroyal RainSport 2 (54%)
15) Esa-Tecar Spirit UHP (50%)
16) Toyo Proxes T1 Sport (50%)
17) Nexen N8000 (44%)

Sono "consigliati" ma con "riserva":
18) High Performer Sport HS-2 (34%)
19) Syron Race 1 Plus (32%)

Risultati completi

Per ulteriori informazioni rimando infine al sito del TCS

Sito curve di coppia e potenza

Le prestazioni di un motore a combustione interna vengono rappresentate dalle cosiddette "curve caratteristiche" (chiamate anche, in ambito non letterario, "curve di coppia"). Esse forniscono la distribuzione della coppia erogata dal motore in funzione della velocità angolare. Nota poi tale distribuzione è possibile diagrammare anche la potenza sviluppata dal motore, grazie al legame che sussiste tra queste due grandezze: Coppia=Potenza*velocità angolare.

Esempi di curve caratteristiche (curva di coppia in blu e curva di potenza in nero)

In realtà è doveroso precisare che per definire le prestazioni di un motore a combustione interna si possono tracciare diversi altri diagrammi, come quello del consumo specifico del combustibile, dello sviluppo della pressione e della temperatura all'interno del cilindro, della p.m.e (acronimo di pressione media effettiva), ecc. Tuttavia le prime sono quelle di gran lunga più note nell'ambito tecnico-commerciale.
Le curve caratteristiche vengono ricavate sperimentalmente al banco prova in condizioni di piena ammissione, ossia con l'organo di regolazione completamente aperto.
L'RRI (Rototest Research Institute) mette a disposizione sul proprio sito i diagrammi che sono stati ricavati nei loro test. Purtroppo non sono stati sottoposti al test tutti i motori immessi sul mercato, ma è comunque possibile trovarne una discreta raccolta. Si possono trovare delle differenze, tra il dato dichiarato e quello rilevato, anche sensibili.



sabato 20 aprile 2013

Test Drive Peugeot 508 S.W 2.0 HDI 163cv Ciel Business






PRESENTAZIONE

Abbiamo già conosciuto la 508 nel post dedicato alla prova su strada della versione entry-level, equipaggiata con il più piccolo 1.6 HDI ed in allestimento Access. Riprendiamo dunque qui qualche sintetica osservazione.
La 508 inaugura il nuovo corso stilistico di Peugeot, che rappresenta un riuscito mix tra eleganza, sobrietà ed aggressività. Questi elementi li ritroviamo nel frontale, che perde la precedente imponente "bocca", in luogo di una più discreta mascherina trapezoidale, nelle fiancate, dalle linee pulite e levigate e nel posteriore, caratterizzato da moderni gruppi ottici a led.






MOTORE



La propulsione è affidata ad un 2 litri turbodiesel che dispone di 163cv di potenza massima a 3750 rpm e di 340 Nm di coppia massima a 2000 rpm. Bastano pochi chilometri per capire subito il suo carattere: punta al massimo sull'omogeneità e sulla rotondità di funzionamento. Si riprende infatti velocità senza alcuna esitazione già a partire da bassi regimi, con una risposta sempre corposa ed incisiva. Queste sue peculiarità rimangono sostanzialmente inalterate su gran parte del range di giri utile, senza che emergano particolari spigolosità nell'erogazione. Troviamo una piccola debolezza solo nella zona alta del contagiri, dove la spinta inizia sensibilmente a calare. Poco male direi, dato che, nel caso di un motore Diesel, parliamo di una zona di secondario interesse.
Buoni riscontri arrivano anche dal fronte consumi che si attestano in città sui 12 km/l, in autostrada sui 15 km/l e in extraurbano sui 16 km/l.

SU STRADA

Se da un lato la voce "comfort" è stata ridimensionata, quando invece in passato era un elemento che padroneggiava sugli altri, dall'altro è il comportamento dinamico ad avere compiuto un bel passo in avanti. Il corpo vettura rimane infatti molto composto, con un rollio ed un beccheggio ben contenuti, a tutto vantaggio del piacere di guida. Risulta poi piuttosto rapido e preciso l'ingresso curva, mentre in uscita si apprezza il limitato sottosterzo.

COMFORT

Le sospensioni assorbono nel complesso bene le irregolarità del terreno, con risposte mai troppo "secche"anche in corrispondenza delle asperità più pronunciate.
Risulta poi molto buono anche il comfort acustico: la "voce" del propulsore è sempre ben filtrata come pure i fruscii aerodinamici ed il rumore di rotolamento degli pneumatici.
Tutte queste peculiarità, sommate tra di loro, fanno sì che la 508 si dimostri una validissima stradista, specie nei lunghi tragitti autostradali.

INTERNI



Una volta a bordo emerge la cura che è stata riservata alla realizzazione dell'abitacolo, in termini di materiali, assemblaggi e finiture. Gradevole poi il design, moderno ed elegante.
L'allestimento "Ciel Business", pensato per la clientela corporate che vede nell'auto uno strumento di lavoro, si arricchisce di un'unità di infotainment con display a colori da 7 pollici, navigatore satellitare e sistema di connessione bluetooth. Si gestisce attraverso i due blocchi di comandi posti sul tunnel centrale, tra il cambio ed il bracciolo anteriore, e sulla console. In alternativa si possono utilizzare i comandi al volante. Nell'utilizzo risulta facile ed intuitivo, ma non particolarmente immediato, proprio per l'eccessiva numerosità dei pulsanti.
Nota a parte merita il tetto panoramico, di serie anch'esso in questo allestimento, che impreziosisce la già piacevole atmosfera interna. E' provvisto di una tendina che può essere aperta o chiusa elettricamente.



STERZO

Il comando trasmette un feeling discreto: è piuttosto diretto e dal buon carico, ma pecca un po' in precisione. Poco male in città ed in manovra, più evidente invece nell'uso più sportiveggiante.

CAMBIO

Di serie è previsto un cambio manuale a 6 rapporti, dagli innesti precisi e rapidi. La gradevolezza di utilizzo rimane anche nell'uso più grintoso, grazie all'assenza di impuntamenti. Volendo cercare il pelo nell'uovo, la corsa della leva avrebbe potuto essere un po' più corta.